Il Centro Studi per la Storia dell’Architettura (CSSAr) è lieto di presentare il quinto appuntamento del ciclo di conferenze 2025, dedicato alla riflessione critica e alla divulgazione scientifica nell’ambito della storia dell’architettura.
L’iniziativa propone due interventi che affrontano il ruolo simbolico e identitario dell’architettura in epoca medievale e moderna, esplorando casi studio eterogenei e materiali inediti. Gli interventi offrono una lettura dell’architettura come strumento di costruzione culturale e politica, oltre che come fonte documentaria per la riscoperta di luoghi e manufatti dimenticati.
Venerdì 23 maggio 2025
CSSAr – Casa dei Crescenzi, via Petroselli 54, Roma
Ore 16:00
Link per seguire da remoto: meet.google.com/pqb-gtzf-hgu
Per informazioni: direttivo@cssar-casadeicrescenzi.it
Programma della conferenza:
Francesca Lembo Fazio (Sapienza Università di Roma, DSDRA)
Emotion and Architecture. Forging Mediterranean Cities between the Middle Ages and Early Modern Time
Il contributo presenta i contenuti del volume curato da Francesca Lembo Fazio e Valentina Tomassetti, incentrato sul riuso e sulla rifunzionalizzazione di simboli, opere d’arte e strutture architettoniche nel contesto urbano mediterraneo. Attraverso un’ampia varietà di casi studio, il volume indaga come l’architettura possa essere impiegata per suscitare emozioni collettive, costruire consenso o ricollegare simbolicamente la comunità urbana alle sue origini. I contributi raccolti propongono una riflessione sull’architettura come mezzo espressivo e politico, capace di rispondere a contesti di crisi, conflitto, pandemia o trasformazione religiosa.
Dario Pasquini (University of Liverpool)
Roma negletta. Architetture marginali dal Quattrocento al Settecento, tra perdite e riapparizioni
La conferenza presenta una serie di immagini inedite relative a ville e architetture ‘minori’ romane, analizzate in saggi di prossima pubblicazione. Tra queste si segnalano la rara raffigurazione di villa Colonna sulla via Nomentana (oggi villa Torlonia), una fotografia ottocentesca di una palazzina cinquecentesca sulla via Flaminia – ora identificata come una villa Massimo – e un’incisione raffigurante il prospetto di villa Sannesi, anch’essa sulla via Flaminia. L’intervento riflette sul destino storiografico e materiale di queste architetture, oscillante tra oblio e riscoperta.
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